Ho conosciuto Roberto Beneventi per caso. Mi ha detto di essere un musicista. Di fare Jypsy jazz insieme ad un gruppo di nome Note Noire Quartet. Mi ha parlato di  Django Reinhardt, di musica gitana, di contaminazioni sudamericane. Non ho capito molto. La sua semplicità non faceva neanche intravedere con chi avevo a che fare. […]

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