Lisbona

Fotografare una città così bella, paradossalmente, non è facile.
Troppi sono gli stimoli, troppi gli angoli e gli scorci “pittoreschi” che alla fine, distraggono.
In preda ad una costante sindrome di Stendhal, forse non sono riuscito a scegliere un tema da sviluppare ed indagare fino in fondo, cogliendone i veri elementi di interesse.
La ricerca fotografica che cerco di sviluppare mira a scovare nella quotidianità, negli spazi e nei luoghi, nelle persone “normali” elementi di bellezza, sempre sotto i nostri occhi, ma che tendono a sfuggire, distratti dallo scorrere della vita.
In un sovraffollamento di immagini così forte e prepotente, come la città di Lisbona offre, temo di non essere riuscito a centrare ed individuare un obiettivo e gestirlo.
Non ho ancora visto le immagini che ho scattato, ma questa è la sensazione che riporto, del lavoro svolto.
Comunque Lisbona è magnifica.
La città si snoda su colli e tanti quartieri, molto diversi l’uno dall’altro, ne costituiscono l’insieme. Visitare Lisbona è come visitare tante città diverse, città in cui, magnificenza e ricchezza, si fondono con edifici cadenti e in rovina. Città di colori, di scorci che si aprono sul mare (in realtà estuario del fiume Tago, ma grande e immenso come un mare), di dettagli curatissimi, di musei ed edifici storici e contemporanei splendenti. Città di panni stesi ad asciugare, che sventolano in ogni angolo.
Città dell’Expo 98, da cui molto avremmo da imparare: gli immensi spazi in cui si svolse la manifestazione, sono stati consegnati alla città, diventandone parte viva e partecipata.
Città che pur visitata in inverno, gode di un clima primaverile, che rallenta il fluire della vita, offrendo di se un’immagine di città rilassata, lenta, quasi in perenne vacanza. Le persone sembrano essere poche in giro, non c’è traffico né caos. Quasi i cittadini di Lisbona, sembrano nascondersi e non offrirsi.

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